Immagina di accorgerti all’improvviso di esserti dimenticato di comprare il regalo di Natale più importante, di aver dovuto lasciare lì qualsiasi cosa stessi facendo e di corsa fossi stato costretto a lanciarti nel traffico delle feste per riuscire ad acquistare quell’ultima ma importantissima cosa.
Esci di casa senza badare troppo a come sei vestito, ti infili in macchina e parti.
Traffico. Caos. Imbottigliato tra centinaia di persone che come te sono alla ricerca disperata di un regalo. Smog.
Fa freddino eh? Ci metti un’ora solo per fare un pezzo di strada che in un qualsiasi altro momento avresti fatto in 15 minuti. Direzione: la città. Milano magari.
Colpo di genio: provi a lasciare la macchina appena fuori città e prendi la metro. Sardine in scatola. Ma che bello, tutti appiccicati. Fa meno freddino ora ma chissà, il Covid?
Arrivi in centro, sbracci e sgomiti per salire in superficie, mica perché sei cattivo ed egoista, no. Lo fanno tutti, perché siete veramente in tanti. Finalmente su. Il fiume di persone di cui fai parte confluisce in una marea immensamente più grande di persone che come te cercano quanto desiderano.
Entri in un negozio. Ti sembra il posto che fa al caso tuo. Non è nemmeno quello che immaginavi quando sei partito e ti sei precipitato in macchina ormai qualche ora fa. Ma sei lì e “o la va o la spacca”.
Ti guardi in giro e rimbalzi da un reparto all’altro senza ormai capirci più di tanto. Alla fine scegli. Non c’è la taglia. Un’altra cosa allora. Ok vai a pagare. Ancora un’altra coda interminabile. Ci siamo. È il tuo turno. Il tuo bancomat non funziona. Transazione negata. Autorizzazione negata. Permesso negato. Allora fai ricorso alle ultime risorse in contanti che hai in tasca con l’unico desiderio di chiudere questa Odissea e sentirti finalmente a casa.
Immagina adesso di aver incontrato qualcuno che ti abbia ceduto il posto in metro, un commesso che sorridendoti ti abbia aiutato a scegliere il regalo giusto, un cliente che entrava proprio mentre tu uscivi dal negozio e che ti abbia tenuto la porta perché avevi le mani occupate. Piccoli gesti che non ti avrebbero salvato dallo stress per quanto stavi facendo ma che ti avrebbero reso le cose più leggere, più facili.
Ora prova a mettere da parte questa piccola storia di Natale e concentrati sulle parole in grassetto.
Leggile pensando ai viaggi delle persone migranti che sono partite in fretta, tra centinaia di uomini e donne, nel caos. Immaginali nei camion o sui barconi ammassati a sgomitare per guadagnare un respiro d’aria pulita. Immaginali arrivare in un’Italia che non sempre è come se la immaginavano quando sono partiti. Immagina la difficoltà a barcamenarsi in una burocrazia terribile, fatta di code e di attese, di speranze e delusioni. Immagina la loro Odissea e quella voglia incredibile di sentirsi finalmente a casa.
Mano a Mano, la sua tribù fatta di professionisti, di cittadini, di amministratori, di italiani e di stranieri, adulti e ragazzi, uomini e donne, ha cercato di essere il passeggero gentile, il commesso sorridente, il cliente che offre un piccolo aiuto.
Non abbiamo potuto sollevare queste persone dal peso delle loro storie ma abbiamo provato a rendere il loro viaggio un po’ più leggero.
Lo abbiamo fatto stando insieme, chiedendo alle persone di mettersi in gioco per sé, per gli altri e per i luoghi che vivono, per rendere il Lodigiano un posto più accogliente.
Ci siamo riusciti?
Qualcosa è venuto meglio di come ce la immaginavamo, qualcosa si poteva perfezionare, su altro c’è ancora da lavorare parecchio.
Dopo 4 intensi anni il progetto chiude i battenti ma non sparisce dal territorio, le persone che l’hanno creato, che ci hanno creduto, non spariscono.
Resta una rete di enti che ha imparato a lavorare molto di più insieme, per raggiungere obiettivi comuni.
Una rete di amministrazioni sensibili e disposte a spendersi per tutti i cittadini delle proprie comunità, da qualsiasi posto arrivino.
Una rete di cittadini attivi che ha imparato che si può essere protagonisti del proprio territorio.
Una rete di persone migranti sempre più cittadini lodigiani, con possibilità e risorse.
11 luoghi pubblici rigenerati insieme
1 appuntamento mensile di confronto tra operatori
1 guida al territorio per le persone migranti
Molti strumenti per lavorare sulle questioni legate all’immigrazione nelle scuole di diverso grado.
Centinaia di occasioni di incontro.
Questo è un arrivederci perché siamo sicuri che i semi piantati continueranno a dare ottimi frutti.
Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con me alla realizzazione di questo sfidante e faticoso progetto: Marta, Ilaria, Chiara, Erica, Clara, Annamaria, Davide, Laura, Cristina, Giulia e Erica; chi ha iniziato il percorso ma per le mille variabili della vita è andato via, Pietro, Elena, Manuela.
Ringrazio Famiglia Nuova, l’Ufficio di Piano e l’Azienda Speciale Consortile Servizi Intercomunali, Caritas Lodigiana, Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, MLFM, Eureka!, Tutto il Mondo, CPIA.
Ringrazio Fondazione Cariplo per aver accettato la sfida.
Ringrazio tutti i cittadini che ci hanno dato una mano.
Tutti i volontari.
Tutti i donatori.
Tutta la tribù.
È stato un percorso lunghissimo ma che non è ancora finito.
Buon viaggio.
Ciro Vajro, project manager