In questi quattro anni possiamo essere felici di aver portato alcuni risultati tangibili.
Uno di quelli che ci rende più orgogliosi è senza dubbio il sorriso delle persone migranti a cui siamo riusciti a dare un’opportunità concreta per raggiungere un maggior grado di autonomia.
Una patente, un tirocinio, una formazione, uno strumento tecnico, un aiuto per l’affitto, una casa dove vivere temporaneamente. Questi sono solo alcuni degli “ingredienti” dei 33 Percorsi verso l’Autonomia (chiamati nel gergo tecnico Progetti individualizzati di Integrazione) che abbiamo avviato in 4 anni di progetto.
Ogni piccolo traguardo raggiunto ha contribuito ad allargare sempre di più il sorriso di ragazzi e ragazze che si stanno impegnando con grande tenacia per raggiungere i loro obiettivi di vita: che siano lavorativi, abitativi, di stabilità.. Per l’appunto di autonomia.
Le persone selezionate come beneficiarie dei Percorsi verso l’Autonomia, spesso proposte dagli operatori dei Centri di Accoglienza che le hanno accompagnate ed aiutate nei loro percorsi di vita qui in Italia, hanno avuto a disposizione un budget per completare il loro cammino di integrazione, utile quindi ai fini della formazione, dell’inserimento lavorativo, dell’autonomia abitativa e dell’inclusione sociale.
“Con questa tipologia di progetti è stato applicato un metodo di lavoro in rete capace di moltiplicare le risorse economiche a disposizione e, in molti casi, di raggiungere obiettivi che andavano oltre quelli prefissati in partenza” – Ciro Vajro, project manager di Mano a Mano
Lavorare in rete ha significato mettere al centro la persona titolare del progetto ma anche tenere insieme chi si era occupato, si stava occupando e che si sarebbe occupato della lei: questo ha fatto sì che, oltre a quello che il progetto poteva mettere sul piatto a livello economico, i singoli enti, le singole persone, e anche i singoli cittadini coinvolti, hanno apportato significativi contributi di diversa natura – ciascuno per le proprie competenze – rendendo i Percorsi verso l’Autonomia ancora più completi e sfaccettati, anche e soprattutto sul piano dell’inclusione sociale. Ciò ci ha permesso di fare, per i singoli beneficiari, molto di più di quello che avremmo potuto fare da soli.
“Se pensiamo ai quei ragazzi e a quelle ragazze, se pensiamo ai loro traguardi e al loro futuro, anche i nostri sorrisi si allargano.”
Come per Aziz, da poco diciottenne, di origine tunisina, arrivato nella Comunità per minori di Famiglia Nuova – Casa Oceano – nell’aprile del 2021. Per lui il Percorso verso l’Autonomia ha significato la possibilità di svolgere un tirocinio presso un negozio di Pieve Fissiraga e l’acquisto di una bicicletta (e un buon lucchetto!) per potersi spostare in autonomia, soprattutto da e verso il posto di lavoro. La sua storia – e la sua voglia di mettersi in gioco – hanno fatto sì che Aziz fosse anche uno dei protagonisti di “MoviMenti – In viaggio con persone piene di coraggio”.
O ancora come per Torikul, anche lui ora diciottenne, arrivato dal Bangladesh ancora minorenne e per questo inserito in un SAI per Minori stranieri non accompagnati della Cooperativa Sociale Eureka. Per Torikul, che molto presto ha dimostrato ottime abilità culinarie, il progetto ha previsto l’iscrizione ad un corso di panificazione che, successivamente, grazie a tanto impegno e talento, gli ha aperto le porte del ristorante in cui lavora tutt’ora.
La testimonianza di Cristina, operatrice di Mano a Mano che ha attivato e seguito le 33 persone nei loro Percorsi verso l’Autonomia.
“I progetti individualizzati hanno creato possibilità, è stato intenso e interessante raccogliere i più svariati bisogni e ideare percorsi per la realizzazione di sogni. Le patenti, i corsi di formazione, i tirocini d’inclusione sociale ed extra-curricolari, i contributi all’arredo di una nuova casa, i supporti all’affitto e all’housing. Tutti questi strumenti sono stati un grande sollievo per ragazzi stranieri che non avevano una stabilità lavorativa, un alloggio sicuro o che in alcuni casi avevano utilizzato tutte le loro risorse per altre situazioni di emergenza e si trovavano in estrema difficoltà nel raggiungimento della loro autonomia.
Ogni progetto ha raccolto un frammento di storia, ha palpitato di vita. Ed è per questo motivo che i percorsi hanno avuto evoluzioni a volte non previste, inversioni di rotta, frenate e revisioni dei fondi accantonati..e poi nuove partenze, nuovi arrivi, per avvicinarsi ancora di più al sentire profondo dei ragazzi.
Al centro ci sono stati loro, i beneficiari, e intorno persone, servizi, amministrazioni, che hanno tifato per loro. Numerosi sono stati i contatti che ho avuto come tutor e molti gli incontri di rete, che hanno portato ad un’incredibile attivazione in cui ciascuno ha dato una lettura della situazione del candidato e del possibile aiuto che gli si poteva offrire.
Attraverso i progetti individualizzati il Progetto Mano a Mano ha aiutato molto, favorendo la creazione di sostegni mirati.
Un grande lavoro, tante le energie messe in gioco e infiniti sono stati i sorrisi , come altrettanto infiniti sono i GRAZIE da dire ora, alla fine di questo percorso, a tutti coloro che hanno creduto nei progetti e hanno contribuito alla loro realizzazione”.